Barbaria?
Quando i tessitori di Lione insorsero in armi nel 1831, la borghesia fece memoria di classe. Ricordò le invasioni di quei popoli primitivi che assalirono l’Impero Romano, che chiamavano barbari, perché la loro lingua suonava come un rumore. Nemmeno i tessitori parlavano una lingua che la borghesia potesse capire. Nella lotta millenaria tra civiltà e barbarie, la rivoluzione si esprime in un linguaggio che non è il linguaggio dei padroni, linguaggio che l’Impero della civiltà non può afferrare. Ogni volta che nel corso della storia le classi sfruttate sono insorte, hanno portato con sé la stessa barbarie, la stessa comunità umana contro lo sfruttamento. Barbaria è un luogo che risiede nella memoria. È lì che è custodita la storia millenaria della nostra classe, dalle comunità primitive alla comunità umana mondiale. Barbaria è un luogo che si dispiega nella lotta, è tutto ciò che è incomprensibile, irrecuperabile per il Capitale. La Barbaria è lì, dove la lingua dei padroni non arriva.